Lo svezzamento è una tappa fondamentale nello sviluppo del bambino, poiché segna il passaggio graduale dall’alimentazione esclusiva a base di latte, materno o artificiale, all’introduzione di cibi solidi. Questo momento non si riduce a un semplice cambiamento nella dieta, ma è anche e soprattutto un periodo di scoperta ed esplorazione di gusti, consistenze e abitudini che plasmeranno il rapporto del bambino con il cibo.
Solitamente, lo svezzamento inizia intorno al sesto mese di vita, in accordo con e il pediatra e secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce di attendere che il bambino manifesti segni di prontezza, quali la capacità di stare seduto con supporto minimo, l’interesse per il cibo degli adulti e la perdita del riflesso di estrusione.
Come abituare i bambini ai sapori e alle consistenze
Insegnare ai bambini a mangiare richiede pazienza, creatività e consapevolezza, poiché è un momento delicato e contribuisce a gettare le basi di una relazione sana con il cibo. Un metodo efficace consiste nell’introdurre progressivamente alimenti diversi, rispettando le tempistiche e le preferenze del bambino, ma anche incoraggiandolo a esplorare nuovi sapori e consistenze.
Preparare le pappe in casa è un modo eccellente per favorire questa scoperta, in quanto consente di offrire al bambino cibi freschi e privi di conservanti, nonché di abituarlo ai sapori autentici degli alimenti naturali. Realizzare omogeneizzati in casa non è affatto difficile. Basta reperire ingredienti semplici e di qualità, quali verdure di stagione, carne magra e pesce fresco, cuocerli a vapore per preservarne i nutrienti e frullarli fino a ottenere una consistenza liscia e omogenea. Il consiglio è quello di fare una sorta di meal prep, ossia comprare quantità grandi, magari approfittando di sconti come ad esempio la carne di pollo in offerta, cuocere il tutto e poi congelare le monoporzioni. In questo modo si avrà sempre qualcosa di pronto da dare al bambino. Per una consistenza più morbida, adatta ai primi assaggi, si può aggiungere un po’ di acqua di cottura o brodo vegetale senza sale, e usare creme come quella di riso o mais per addensare.
Quando ci si approccia allo svezzamento, lo si deve fare con flessibilità e serenità, evitando di forzare il bambino a mangiare ciò che rifiuta ma proponendoglielo in momenti successivi, magari sotto forma diversa. È altresì importante rispettare la naturale curiosità del piccolo, lasciandogli toccare e manipolare il cibo per creare un’esperienza multisensoriale che renda il pasto un momento di scoperta e apprendimento.
Autosvezzamento: di cosa si tratta?
Tra le opzioni disponibili per introdurre il bambino all’alimentazione complementare, l’autosvezzamento è una pratica sempre più diffusa, che si basa sull’offerta di alimenti tagliati in pezzi adatti alla presa del bambino. In questo modo, potrà scegliere autonomamente cosa assaggiare, rispettando i suoi tempi e il suo naturale interesse per il cibo.
I vantaggi dell’autosvezzamento sono molteplici, a partire dal fatto che il bambino si sente partecipe nella routine della famiglia, promuovendo la socialità e una maggiore familiarità con il cibo che gli adulti consumano. Inoltre, questa pratica stimola lo sviluppo delle abilità motorie e della coordinazione occhio-mano, grazie alla manipolazione autonoma degli alimenti. Dal punto di vista nutrizionale, consente un’esposizione precoce a una vasta gamma di sapori e consistenze, contribuendo a prevenire la selettività alimentare.
L’autosvezzamento, tuttavia, richiede delle accortezze in più rispetto allo svezzmento tradizionale: come prima cosa, è fondamentale garantire la sicurezza del bambino, tagliando il cibo in modo da evitare il soffocamento e facilitarne la presa e la masticazione. Inoltre, è essenziale che i genitori offrano un modello alimentare sano, poiché il bambino tenderà a imitare le abitudini e le scelte degli adulti con i quali condivide i pasti.
In conclusione, insegnare ai bambini a mangiare è un percorso complesso e ricco di sfumature, in cui lo svezzamento tradizionale e l’autosvezzamento possono integrarsi, lavorando anche in sinergia, per rispondere alle specifiche esigenze di ciascun bambino.