E’ convinzione di molti che tutto il miele sia biologico e che nessuna distinzione sia possibile poichè essendo un prodotto naturale, realizzato dalle api, umanamente non controllabili, non esista miele bio e miele convenzionale. Convinzione più che mai errata, vi spiego perchè.
Le api non sono controllabili, ovvio, nessuno può dire loro dove volare e su quali fiori posarsi per estrarne il nettare ma è risaputo ampiamente che queste sono solite volare nel raggio di 1 chilometro dagli alveari, nel disciplinare di produzione seguito dai produttori di miele biologico, gli alveari sono posti ad almeno 3 km di distanza da qualsiasi fonte di inquinamento possibile, strade trafficate, impianti industriali, terreni con colture intensive convenzionali (trattate quindi con erbicidi, pesticidi ed altri prodotti chimici) o discariche.
La cera introdotta nel nido non deve contenere alcun residuo, questa deve essere certificata da analisi chimiche che garantiscano l’assoluta assenza di residui chimici potenzialmente dannosi.
Il miele da agricoltura biologica non può essere soggetto a processi di microfiltrazione, miscelazione nè pastorizzazione. Quest’ultimo processo è di fondamentale importanza, la pastorizzazione consiste nel riscaldare il miele ad alte temperature, ciò impedisce la naturale cristallizzazione del miele, ovvero la solidificazione del miele, probabilmente non bella da vedersi ma estremamente positiva sul lato salutare. Un miele cristallizzato, infatti, conserva perfettamente tutti gli enzimi, le vitamine e tutto ciò che di buono il miele contiene, al contrario, con la pastorizzazione il miele apparirà sempre nello stato liquido ma avrà perso gran parte degli elementi nutrienti e salutari.
E’ buona regola quando cercate un miele biologico, di verificarne la provenienza, difficile credere ad un miele biologico di Lombardia essendo questa la regione più industrializzata d’Italia, al contrario sarebbe ottimo un miele di montagna o di regioni meridionali poco dedite all’industria ed all’agricoltura intensiva.