Specialmente gli intenditori di vino sanno benissimo come la sua produzione corrisponde ad una procedura piuttosto complessa. Infatti se ci chiediamo come si produce il vino, dobbiamo normalmente rifarci a delle fasi ben precise, che si diramano attraverso un processo lungo. A partire dalla preparazione del vigneto, per poi arrivare all’imbottigliamento del vino, si devono seguire diverse procedure, che è bene comprendere per apprezzare ancora di più questa bevanda con cui tutti abbiamo a che fare. E allora tentiamo di spiegare in maniera semplificata quali sono i procedimenti da seguire per la produzione del vino.
La coltivazione dell’uva
Si parte naturalmente dalla coltivazione dell’uva, a partire dall’impianto delle cosiddette barbatelle, come quelle che si possono comprare su vivaisommadossi.it. Ma cosa sono le barbatelle? Si tratta di talee di vite innestata che, con una particolare lavorazione, possono essere stimolate a produrre delle radici. Queste costituiscono la cosiddetta barba, da cui deriva il termine barbatella.
È molto importante procedere agli innesti delle barbatelle, anche per arrivare alla produzione di viti piuttosto resistenti. Naturalmente dopo la coltivazione dell’uva, le cui variabili possono essere tante, a partire dal territorio fino al tempo della maturazione, si passa poi alla vendemmia, che consiste nella raccolta dell’uva dalle vigne.
La vendemmia una volta veniva realizzata soprattutto a livello di raccolta manuale. Oggi è per lo più meccanizzata, anche se c’è chi preferisce sempre la raccolta manuale per assicurare una maggiore accuratezza nella selezione dei grappoli.
A seconda del grado di maturazione di ogni tipo di uva, la vendemmia si effettua nel periodo compreso tra agosto e ottobre. Per alcune uve, che fermentano tardivamente, ci si può spingere fino a novembre.
Ci sono alcune buone norme da seguire durante la raccolta dell’uva. Innanzitutto si dovrebbe cercare di non raccogliere i grappoli bagnati, perché la presenza eccessiva di acqua potrebbe influire sulla qualità del mosto. Inoltre sarebbe essenziale non raccogliere l’uva durante le ore più calde, per evitare che si verifichino fermentazioni prima del tempo.
Teniamo presente che tra la raccolta dell’uva e la pigiatura non dovrebbe trascorrere molto tempo, in modo da scongiurare il deterioramento degli acini.
Le fasi della pigiatura e della vinificazione
Se oggi la pigiatura viene effettuata con l’aiuto dei macchinari, non possiamo dimenticare la pigiatura tradizionale, che veniva fatta rigorosamente con i piedi. Comunque la finalità della pigiatura rimane sempre unica, che è quella di spremere l’uva e di raccogliere il mosto che si ottiene.
In alcuni casi viene eseguita anche la deraspatura, che è una fase che consiste nell’eliminazione dei raspi e delle vinaccioli. Il mosto viene lasciato in appositi tini per un periodo di circa 7-10 giorni. Avviene così un processo di fermentazione, durante il quale lo zucchero contenuto nel mosto si trasforma in anidride carbonica e alcol.
Dalla filtrazione all’imbottigliamento
Il vino viene poi filtrato, fino a quando non arriva alla chiarificazione. Poi viene versato in altri contenitori e si procede alla fase dell’affinamento. Però dobbiamo fare una distinzione a questo proposito, perché i vini bianchi prima dell’imbottigliamento richiedono un invecchiamento minimo. I vini rossi invece possono essere lasciati a riposare fino a cinque anni.
La fase dell’affinamento viene svolta in botti di vari materiali, come per esempio il rovere e l’acciaio, e nelle botti contiene la trasformazione degli zuccheri in alcol. È molto importante scegliere il materiale delle botti, perché le loro caratteristiche possono influire sulla qualità del vino. Infine si procede ad una fase di affinamento che viene svolta in bottiglia, dopo che il vino viene imbottigliato. La trasformazione dell’uva in realtà continua anche quando il vino viene messo nelle bottiglie ed è questo processo che rende il vino una bevanda particolarmente accattivante.