La Tortionata è una preparazione dolce friabile e allo stesso tempo secca, della tradizione di Lodi (nella bassa Pianura Padana), definita “prodotto agroalimentare tradizionale italiano” dal Ministero dell’Agricoltura.
Assomiglia alla famosa “sbrisolona” (dolce mantovano), anche se nell’impasto non è presente la farina gialla. La Tortionata è comunque una torta molto ricca, soprattutto di freschissimo burro, grazie alle numerose stalle e caseifici, protagonisti della zona della bassa padana.
La torta trae le sue origini dall’800 grazie all’esperto pasticcere e offelliere lodigiano (l’offella era una focaccia dolce) Carlo Tacchinardi, capostipite della sua famiglia. Molto probabilmente però risale addirittura al tardo Medioevo, vista la sua forma tonda, l’assenza di lievito, la gran quantità di mandorle, e la quantità davvero esigua di uova, oltre al fatto che era impastata con il miele (caratteristiche queste, proprie del periodo suddetto).
Il creatore della tortionata, tal Tacchinardi,, trasmise la ricetta ai suoi discendenti, i figli Gaetano e Giovanni, fino ad arrivare al nipote Alessandro (che ne depositò il marchio legalmente), al quale, pare, si debba il nome della torta lodigiana. Infatti, pare che la chiamò così da “torta di quando io son nato” ovvero torta io nata.
Un’altra versione della nascita del nome, è da legare al tortijon, ovvero il fil di ferro attorcigliato, al quale era paragonato il tipico dolce lodigiano, per la tribolazione che c’era nel porzionarlo. Nel 1955, l’ultimo dei Tacchinardi cedette la sua attività, per anzianità, ma fortunatamente la tradizione non è mai cessata.
Ancora oggi, la Tortionata è presente nelle pasticcerie e nelle case dei lodigiani, spolverizzata in superficie, con zucchero a velo e accompagnata da malvasia o moscato e da panna montata o da crema pasticcera.