Credo sia fondamentale (soprattutto quest’anno ed in questo periodo) che la cucina sia un luogo in cui nulla vada sprecato e nel quale la creatività dia la possibilità di realizzare piatti da poter “regalare” ai propri cari, riuscendo quindi a creare una sorta di “felicità commestibile”.
La sostenibilità in cucina, però, non si realizza solamente utilizzando tutto ciò che solitamente è ritenuto scarto, essa infatti inizia realizzando spese ragionate, che tengano presente della stagionalità degli ingredienti e la salvaguardia dei diritti di chi li produce.
Ormai da qualche tempo un’alternativa sostenibile alla spesa svolta al supermercato c’è, e si chiama farmer market.
Si tratta della vendita diretta dal produttore al consumatore, realizzata oramai da numerose cantine, malghe, frantoi, fattorie, aziende zootecniche e così via.
Secondo recenti sondaggi circa sette italiani su dieci, spinti da motivi diversi, si recano almeno una volta nell’arco dell’anno a fare la spesa direttamente in una azienda.
Il risparmio, ovviamente, è garantito e si aggira intorno al 20-30%.
Quello del prezzo più basso non è però l’unico motivo a spingere i consumatori a comprare direttamente dai produttori, esiste anche, fortunatamente, sempre più il desiderio di sapere che cosa si porta in tavola.
Altro valido motivo che spinge le persone direttamente alla sorgente è la volontà di inquinare di meno sostenendo al tempo stesso l’agricoltura locale (in base alla regola del chilometro zero).
Tra gli ostacoli che tengono lontani molti potenziali clienti urbani vi è la localizzazione delle imprese agricole: per questo stanno nascendo un po’ ovunque i farmer market, cioè i mercati cittadini nei quali i produttori vendono direttamente la merce senza passaggi intermedi.
La possibilità di conoscere quali aziende realizzino tale forma di vendita nella propria zona si può avere visitando il sito: http://www.mercatidelcontadino.it
Da Gennaio scorso, grazie ad un decreto del – 301/2007 – ogni comune può avviarne uno con cadenza variabile a seconda delle esigenze.
Un altro validissimo metodo per acquistare i prodotti direttamente dai produttori senza doversi recare di persona nelle diverse aziende prende il nome di g.a.s.
Un g.a.s. (ovvero gruppo di acquisto solidale) e’ formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro.
I gruppi cercano prodotti provenienti da piccoli produttori locali per avere la possibilita’ di conoscerli direttamente e per ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto. Inoltre si cercano prodotti biologici o ecologici che siano stati realizzati rispettando le condizioni di lavoro.
I gruppi di acquisto sono collegati fra di loro in una rete che serve ad aiutarli e a diffondere questa esperienza attraverso lo scambio di informazioni.
Attualmente in Italia sono censiti oltre 600 g.a.s., per conoscere quali gruppi di acquisto sono presenti nella propria zona è possibile visionare il sito: http://www.retegas.org
Matteo Bellini, giovane chef padovano, da sempre nella ristorazione, diplomato a pieni voti all’Accademia Internazionale di Cucina Italiana di Gualtiero Marchesi, dopo aver lavorato nei migliori ristoranti al mondo ha deciso di svolgere l’attività di cuoco personale e di docente di cucina.
Gestisce un blog eno-gastronomico seguito da centinaia di appassionati ed un sito internet che sta diventando via via punto di riferimento per gli amanti della buona tavola. La sua laurea in Scienze Forestali e la passione per i prodotti e per i territori lo conducono spesso in viaggi alla ricerca e scoperta dei migliori ingredienti da utilizzare nei suoi piatti, dove la tradizione si fonde con l’innovazione e la creatività ed il rispetto per le materie prime la fanno da padroni.
Riferimento: sito, blog, twitter.